Don Leonardo Birolo.

Nato a Poirino il 15 maggio 1942. Ordinato sacerdote il 27 giugno 1965. Nel suo cuore le parrocchie di Orbassano, di Settimo, il Cardinal Ballestrero di cui fu vicario per molti anni. Parroco a Santa Rita dal 1993 al 2017.

Ora in pensione? Sì, certamente ma non a riposo: continua ad essere collaboratore di alcune comunità parrocchiali. Lo abbiamo intervistato andandolo a trovare presso la Casa del clero di Torino. Alla domanda “Quali luci e quali ombre nel suo ministero?” non risponde subito. Pensieroso, chi lo conosce bene sa che quello è il suo stile, cerca nel suo breviario un foglio su cui è scritta una poesia con una vecchia “Olivetti 32”. Fu un dono dell’amico Gero Cancialosi per i suoi primi 10 anni a Santa Rita; un dono così prezioso che ancora oggi lo conserva gelosamente. Riporto alcune rime: (…) Altrove era destinato / il Vicario del Vescovo / che invece è arrivato. / Con un po’ di freddezza / è stato accolto, ma / sopportò con fermezza”

Don Lello riparte da quel fatto, inizia così il suo racconto: sapeva bene di essere inviato in una Parrocchia dove non era atteso, dove molti lo consideravano come “colui che aveva fatto le scarpe a don Oreste”. Il suo ingresso: il 27 marzo 1993.

Così iniziò il suo ministero a Santa Rita; riservatezza, sobrietà, semplicità lo hanno caratterizzato negli anni in cui è stato parroco, e alla partenza quando volle, come unico regalo, una raccolta straordinaria di cibo per le famiglie povere della Parrocchia.

Parroco per 24 anni, tutti dedicati a portare avanti il rinnovamento conciliare. Un grande e costante impegno fu quello di trasformare la religiosità popolare, purificandola, innalzandola, elevandola. Un’altra scelta qualificante: il primato della Parola di Dio e la promozione dell’Adorazione. La promozione della liturgia e le nuove celebrazioni (ad esempio la via Crucis dei venerdì di Quaresima) ora entrate a far parte della “tradizione”. Gli anziani valorizzati, messi al centro. Gli itinerari di fede verso i sacramenti ripensati come itinerari di fede seri e continuativi.

L’adeguamento delle strutture per le attività pastorali e, in Santuario, i lavori di adeguamento alle norme conciliari: presbiterio, fonte battesimale. L’impegno a completare opere mai concluse: portoni, mosaici.

Quali i progetti incompiuti? Tutti! Nessun progetto ecclesiale è mai compiuto. Un cruccio: Non essere arrivato ad un rinnovamento dei responsabili laici, non sono arrivato alla scoperta di nuovi volontari, di nuovi talenti.

 

 

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